giovedì 26 agosto 2010

Sospendiamo per qualche giorno la nuova rubrica per inserire una lettera fatta dal nostro Presidente Giacomo Castiglia.

Ormai non possiamo non pensare a quanto questo gruppo ci è utile per sentirci qualcuno all’interno dello stesso, si utile perchè quando siamo insieme ognuno di noi si sente protetto, un po’ coccolato e perchè no anche un po’ indispensabile.

Quando il riscontro della nostra goliardia è che molti vogliono partecipare al nostro gruppo, ci sentiamo esclusivi ed un po’ fortunati perché sappiamo stare, inserirci in quella che alcuni chiamano la mentalità di gruppo che gli altri vedono in noi.

Vi ringrazio del contributo che date alla vita goliardica di questo branco che, come i lupi, istintivamente si muove in maniera solidale come se i componenti si leggessero nell’anima.

Nell’anima di ognuno di noi lentamente, forse anche inconsciamente, è entrato un vermiciattolo subdolo e strisciante che ogni tanto ci ricorda che stare insieme ci da qualche momento di gioia e di spensieratezza.

Quando nel 2000 ho conosciuto alcuni di Voi, a me interessava solo il gruppo, volevo fare da una squadra di calcio un’associazione anche sportiva ma un’associazione dove ogni singolo trasmetteva i propri sentimenti, le proprie emozioni, le cose migliori di ognuno per metterle a disposizione degli altri del GRUPPO e perché no anche all’esterno, lentamente stando insieme ero convinto che, come il morbillo fra fratelli, la malattia si sarebbe diffusa.

Uno di voi un giorno mi disse, rispondendo alla mia affermazione che vincere non era importante, che “squadra che non vince non fa gruppo”.

Io quel giorno non avevo capito cosa volesse dire, perché per me il gruppo passava solo per i sentimenti, per l’interesse comune, per la socializzazione, per l’impegno ad obbiettivi sociali e non avrei mai pensato quanto invece era vero ciò che mi era stato detto.

Da un bel po’ di tempo anche io sono diventato un tifoso, sono tifoso di questa squadra e di ognuno di Voi, non solo perché la squadra porta il nome di Mio Figlio ma perché vincere mi da una emozione diffusa che non riesco a contenere e mi appaga vedere l’orgoglio di esserci in ognuno di Voi quando dopo un goal o dopo una vittoria vi abbracciate, battete cinque e cantate in spogliatoio ( si quel canto è per me un canto liberatorio che mi sconvolge l’anima ma mi riempie anche di felicità) .

Come con la squadra del cuore che critichiamo quando perde perché l’allenatore ha sbagliato i cambi o perché il giocatore di turno era assente in campo o perché uno calciatore della squadra non ha fatto di tutto e di più per raggiungere il massimo del risultato anche a costo di qualche sacrificio in più, così dobbiamo pensare e fare con la Nostra squadra.

Voi il sacrificio lo avete fatto anche allenandovi un 23 agosto, certi che quel allenamento serviva per arrivare nelle migliori condizioni atletiche alle partite, per vincere un pezzo di latta ed anche per berci dentro tutti insieme trasmettendoci virus,batteri ma soprattutto l’orgoglio di squadra .

NON MOLLARE MAI COSÌ ABBIAMO SEMPRE CANTATO E COSI CONTINUIAMO A CANTARE IN CAMPO E SOPRATTUTTO NELLA VITA

Sinceramente vostro Giacomo Sassari 04/09/2010

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...vera,e commovente.

Anonimo ha detto...

Emozione nel leggere queste parole che vengono dal cuore. Io non conosco i ragazzi ma sicuramente quello che sentono è riportato in pieno in questa lettera. Quando il mio amico Giacomo parla di questo gruppo ha negli occhi una luce diversa che trasmette tutto il bello ognuno di loro gli dona. Grande presidente e bellissima squadra. Fortunatamente esistono anche queste azioni meravigliose in Italia. Tutto il resto è ... noia (come dice Califano). Mi rimane difficile da Firenze fare il tifo ma comunque GRANDI GRANDI COSI' NON CAMBIATE MAI. Vivy
P.S. UN SOSTEGNO MORALE ANCHE ALLE MOGLI :-)